Ogni bottone è realizzato interamente a mano
Ogni manufatto prende forma in diverse fasi di lavorazione tipiche della produzione ceramica. La storia che abbiamo inventato per raccontare e presentare i nostri bottoni ne ricalca il processo di realizzazione.
1. Sono nato da un pezzo di argilla
Materia prima dei manufatti è l’argilla. A seconda delle tecniche adoperate e degli effetti voluti vengono utilizzate argille comuni italiane da bassa temperatura come terra rossa e terraglia o argille più pregiate come il gres e la porcellana che fanno parte della storia della ceramica di altri paesi.
2. Milioni di anni ci sono voluti per ottenerla
L’argilla ha origine nel corso dell’evoluzione terrestre dalla trasformazione del granito. Un pezzo d’argilla porta dunque con sé la storia geologica della Terra e di un particolare territorio.
3. Sapienza
Intrinseco in ciascun bottone è un percorso di ricerca e cura dei particolari ma anche di formazione e sperimentazione in continua evoluzione che permette di diversificare i manufatti che compongono l’insieme dei bottoni.
4. E cura per trasformarla
I bottoni vengono modellati utilizzando principalmente la tecnica ‘a lastra’. La sfoglia di argilla viene tagliata a mano o con forme regolari e i bottoni vengono foggiati imprimendo eventuali trame.
5. L’aria mi ha fatto seccare
I manufatti foggiati vengono fatti essiccare. Si asciuga l’acqua che ha reso plasmabile l’argilla e i pezzi risultano fragili come piccoli pezzi di terra secca.
6. L’acqua mi ha rifinito
La cura dei particolari implica un lavoro di rifinitura dei manufatti essiccati. I pezzi vengono rifiniti con mirette e con una spugna umida che va ad arrotondare le superfici togliendo le sbavature della foggiatura.
7. I colori mi hanno vestito
I bottoni secchi si possono decorare con argille colorate, gli ingobbi e possono essere graffiti. Oppure possono essere cotti una prima volta e successivamente smaltati oppure decorati con pigmenti o con ossidi di metallo e cristallinati.
8. Il fuoco mi ha trasformato in ceramica
Il fuoco trasforma i pezzi secchi in terracotta in una prima cottura detta ‘biscottatura’.
Nelle cotture successive, trasforma con la sua potenza il decoro nella coperta vetrosa delle superfici.
Dimmi tu se sono solo un bottone
è foggiato con diverse tecniche
I manufatti sono realizzati con diverse tecniche riprese dalla tradizione dell’arte della ceramica e dalla ricerca attuale.
Le superfici sono decorate a pennello con pigmenti o ossidi di metallo e coperte da uno strato vetroso dato dalla cristallina.
L’utilizzo di pastelli attualizza la tecnica e dà un contorno alle immagini che sembrano uscite da un disegno.
I materiali scelti sono apiombici e atossici.
I manufatti in argilla a ‘durezza cuoio’ possono essere decorati con argille colorate, gli ingobbi, ed eventualmente graffiti.
Gli smalti decorano le superfici andandole a coprire con uno strato vetroso. Si gioca sulla vivacità dei colori o sul contrasto tra di essi.
Le temperature di cottura variano tra i 940° e i 1000°.
L’alta temperatura, ossia la cottura dei manufatti ad oltre i 1200°, rende affascinante l’utilizzo degli smalti e li arricchisce di potenzialità.
I materiali si trasformano e anche le argille da bassa temperatura come maiolica o terraglia o la cenere di legna possono essere utilizzate come base per creare degli smalti dagli effetti satinati.
Il Raku si rifà ad un’antica tecnica giapponese utilizzata per realizzare le ciotole per la cerimonia del tè. In Occidente la tecnica è stata modificata ma rimane il fascino e la sorpresa di come il fuoco e il fumo andranno a modificare il disegno delle superfici.
Nella versione Raku Nudo il colore lascia spazio al bianco e nero e alle superfici satinate ottenute grazie all’utilizzo di terre sigillate.
Nerikomi è il nome di un’antica tecnica sviluppata in Cina e Giappone per comporre in un unico pezzo diversi tasselli o strati di porcellane colorate. Nel corso dei secoli è stata ripresa e sviluppata per creare effetti visivi diversi nel manufatto finito. In Italia viene utilizzata anche con argille da bassa temperatura.
Il color ruggine racchiude nella porcellana frammenti di ricordi e immagini.
Una piccola percentuale di carta mescolata alla porcellana consente di ottenere un impasto che apre a nuove possibilità di foggiatura grazie alla cellulosa. Si possono creare manufatti particolarmente sottili e leggeri e giocare nella composizione delle forme.
è frutto di ricerca e sperimentazione
Appunti sull’origine delle argille di Giancarlo Scapin