Negli ultimi giorni ci hanno salutato due persone care incontrate in questi anni: Giancarlo e Franco che in modo diverso sono legate indissolubilmente al mio ‘fare ceramica’.
Franco, persona semplice e buona che con la sua disponibilità, professionalità e fatica mi ha aiutato a trasformare due stanze impolverate e decadenti, in un piccolo laboratorio accogliente.
Devo a lui il fatto di avere un angolo così prezioso in cui creare.
E poi Giancarlo Scapin, maestro e artista (www.giancarloscapin.com) che mi ha fatto capire ‘l’arte della Terra’.
Le emozioni provate davanti ai suoi pezzi e nel suo laboratorio sono indescrivibili.
Lo saluto pubblicando la foto della sua opera: ‘Torre della Libertà’… una torre di tre metri e mezzo d’altezza di fronte alla quale vengono i brividi dall’emozione.
La accompagno da queste sue parole tratte dalla pubblicazione ‘Il canto della terra’:
‘Mi piace considerare la terra come luogo di poesia, un luogo vuoto e perciò aperto al possibile dove l’unico rischio è l’impronta.
L’impronta dell’uomo sulla materia o l’impronta della sua dimensione spirituale’.
‘La mia opera evoca la possibilità, per ogni corpo impastato di materia, di rendersi leggero leggero fino a diventare spirito, perché solo togliendo consistenza alla materia ci si può liberare dalla forza di gravità e si può entrare nella dimensione immateriale’