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Saranno le giornate di sole, saranno le emozioni vissute a Fili senza Tempo a Formigine ma… in laboratorio c’è un gran fermento.
Non sempre si ha voglia di sistemare, ordinare, pulire, riorganizzare…
Questa settimana invece è andata così. Con la testa in gran fermento, con la carica degli incontri nel castello di Formigine, con mille idee che si susseguono… e la voglia di fermarsi e sistemare un po’ di cose.
L’ultimo anno è stato caratterizzato dal trasloco di casa e laboratorio… quest’ultimo ancora non riorganizzato del tutto e così questa settimana mi sono decisa a fermarmi.
Non solo le cose sono da risistemare ma anche pensieri e carte, documenti e mail…

Mi son decisa a ripercorrere un po’ i vari messaggi, a catalogarli, a eliminare quelli superflui, a rileggerne alcuni.
Devo dire che ripercorrendo attraverso le mail la storia di bottonienonsolo, di cose se ne sono fatte.
Tanti gli incontri, le manifestazioni piccole e grandi… un percorso che ha portato anche a sviluppare professionalità e manufatti che nel tempo continuano a piacere e a destare gioia e stupore.
E ora mi ritrovo qui… vi svelo che queste pulizie di primavera sono dovute anche al ‘grande salto’, all’avvio dell’attività con partita IVA.
Sono riandata con la memoria a quando quattro anni e mezzo fa mi sono licenziata da un lavoro fisso nel campo dell’informatica…
c’era un sogno nel cassetto legato alla ceramica… per Ferdinando, mio marito, era già molto chiaro che sarebbe diventato qualcosa più di un sogno e che sarebbe cresciuto. Io lo consideravo un po’ pazzo… ci credeva più lui che io ed ora mi ritrovo qui. Un po’ incredula ma anche orgogliosa del percorso fatto.
Come ho detto altre volte, non sarebbe stato possibile iniziare se non fossimo state in due a darci manforte, Elena ed io… Insieme si riescono a fare cose che da soli non si riesce.
Nel tempo lei non ha potuto più seguire questo progetto ma la strada percorsa insieme è stata davvero importante e mi ha dato la forza di proseguire da sola, anche se ‘da sola’ son parole grosse perché credo che ciò che siamo non è mai e non solo ciò che siamo ‘noi soli’.
Come nella vita anche nel mio lavoro sono, come diceva Alex Zanotelli, missionario combinano, i Volti che ho incontrato.
Credo molto nel confronto con altre persone che hanno una visione comune del proprio lavoro, una visione seria, di ricerca, di cura, di rispetto per il lavoro e le idee altrui, di attenzione per l’ambiente.
E sono felice che questo traspaia attraverso i miei manufatti… come mi diceva un’amica ceramista l’altro giorno: ‘la differenza la facciamo noi dietro il banco, la nostra persona, il nostro essere’.
E così il cammino continua, con una nuova grande tappa… e dire che tutto è partito da una vecchia scatola di latta… un po’ come racconta questa filastrocca di Sara che ho ritrovato tra le vecchie mail…

Filastrocca un po’ matta di un bottone in una latta.
Una scatola piena zeppa di… bottoni! hollà peppa!
Tondi quadri dritti e storti
da qualche parte qualcuno li ha tolti.
Camice, gilèt, cappotti o una gonna mi sa che il bottino l’ha fatto la nonna.
Plastica, madreperla oppure legno li ha tolti tutti senza alcun sdegno.
E adesso attenti badate bene da questa scatola cosa si ottiene!
Divido i bottoni, i rossi dai blu e volan le ore che non passavano più.
Dal piccolo al grande in la li metto uno alla volta gli do un colpetto.
Vince la gara chi va più lontano questione di fortuna ma anche di mano.
Ne prendo un pugno e comincio a lanciare dentro al cappello devono arrivare.
In ordine perfetto come soldatini li faccio stare vicini vicini.
Uno sull’altro van su come palazzi una spinta, il crollo e mi diverto da pazzi.
Ora tocca a voi immaginare quanti altri giochi si possono fare.
A qualsiasi età grandi e piccini ecco il “mio bottone” per tornar bambini.
E quando da voi verrò a giocare una scatola piena zeppa vorrei trovare.
Una scatola tutta matta …di bottoni in una latta!